La consultazione psicologica.

La consultazione psicologica è data da uno scambio relazionale tra un professionista e una persona in difficoltà che chiede una consulenza per fronteggiare una situazione difficile.

È un intervento di sostegno, non una psicoterapia breve, che ha l’obiettivo di valutare delle situazioni problematiche specifiche vissute dalla persona.

Ha una durata relativamente breve, regolata da un contratto tra terapeuta e paziente, tramite il quale vengono definiti obiettivi, durata, frequenza degli incontri, e colloquio di restituzione, durante il quale si parlerà della valutazione effettuata e se proseguire con un percorso terapeutico.


La consultazione psicologica ad orientamento psicoanalitico.

La consultazione psicologica ad orientamento psicoanalitico, rientra tra i modelli di intervento che fanno riferimento alla teoria psicoanalitica.

Il terapeuta utilizza teorie e tecniche psicoanalitiche per aiutare il consultante ad acquisire una maggiore consapevolezza rispetto le sue problematiche emotive.

La consultazione ad orientamento psicoanalitico non ha intenti diagnostici, ma ha l’obiettivo di rilevare e comunicare modalità di funzionamento, sia intrapsichiche che relazionali, del soggetto; inoltre, è tesa a individuare le potenzialità evolutive per un futuro lavoro analitico.

 

La consultazione è data della raccolta dei seguenti elementi:

 

  • ricostruzione della storia personale del paziente, utile ad identificare aree conflittuali e deficitarie del soggetto;

  • valutazione delle motivazioni consce e inconsce che hanno portato il soggetto a richiedere la consulenza;

  • individuazione delle aspettative e progetti che il soggetto esplicita;

  • definizione della qualità delle relazioni oggettuali interiorizzate e organizzazione di un’idea rispetto al mondo interno che anima il paziente;

  • individuazione del livello di funzionamento e di autonomia del paziente, in relazione alle figure di riferimento e all’eventuale partner;

  • una mappa indicativa delle risorse e del funzionamento dell’ambiente nel quale si sono palesate le sue relazioni primarie e dell’ambiente di appartenenza attuale;

  • valutazione delle capacità di partecipazione alla vita gruppale e dei ruoli che in essa riveste il paziente, le quali possono essere un’utile risorsa a cui il consultante potrà attingere.